Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dell’Asia: oggi vi parlo della Nuova Via della Seta.
Xi Jinping, presidente della Repubblica Democratica Cinese lo ha definito il Chinese Dream, “un sogno riguardante la Storia, il presente e il futuro".
Il primo grande passaggio, entro l’anno 2035, consta nel conseguimento di uno stadio di sviluppo generalizzato e nella parità militare con gli Usa; il secondo ed ultimo stadio, entro il 2050 nella realizzazione di un Paese socialista moderno e fiorente.
In questo enorme progetto rientra la realizzazione della Nuova Vita della Seta, che richiama l’epoca d’oro in cui le carovane attraversando Sira, Iran e Asia Centrale consentivano il commercio tra il bacino del Mediterraneo e la Cina.
L’iniziativa, nota in inglese anche come “Belt and Road Initiative” o come “One belt, one road”, muove i suoi primi passi nel 2013: dallo sviluppo di infrastrutture di trasporto e di logistica, la strategia cinese mira a divenire leader nelle relazioni commerciali, favorendo investimenti e produzione.
Attraversa 3 continenti ed oltre 70 paesi con forti influenze su trend macroeconomici, culturali e sociali e la sua progettazione vede ben distinte il tratto terreste Silk Road Economic Belt) dal tratto marittimo (Maritime Silk Road), complementare alla prima, ma sviluppata con logiche differenti.
Il primo è composto dalla somma di tratti autostradali e ferroviari, il secondo coincide anche con la volontà di Pechino di avere basi navali e porti strategici.
Contrari o non molto contenti, per usare un eufemismo, gli Stati Uniti, tagliati fuori da questo progetto, e l’India, per paure di ingerenze della Cina (proprio il motivo per cui non ha portato il paese indiano a firmare l’accordo commerciale RECP). Anche se pare poco probabile che l’India non mantenga un canale aperto con il suo primo partner commerciale.
I paesi che invece ne faranno parte sono parecchi: a partire dall'Italia, con i porti di Trieste e Venezia con un ruolo chiave per i collegamenti, la Spagna, la Francia, l’Olanda e così altri paesi europei, compresa la Gran Bretagna, oltre a Russia, che risulta essere il maggiore beneficiare della Belt and Road con 126 progetti, l’Arabia Saudita con 111 progetti, la Malesia con 57 progetti.
Le sfere di cooperazione vanno oltre le infrastrutture, comprendendo anche quella energetica, finanziaria e sanitaria. Proprio durante la pandemia Covid19 la Cina ha mostrato come la rete rappresenti un efficace meccanismo per la fornitura di servizi medici e aiuti umanitari.
La Nuova Via della Seta offre anche l’opportunità di sviluppare la Greater Bay Area cinese (GBA), un aggregato di nove città (Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai, Foshan, Huizhou, Dongguan, Zhongshan, Jiangmen e Zhaoqing) che unite producono il 37% del Pil del gigante asiatico e il 12% delle sue esportazioni rappresentando così la 15ma economia del mondo, più grande della Spagna.
Due domande su cui ragionare:
- Come sono composti i vostri investimenti?
- C'è una giusta "porzione" dedicata all'Asia?
Come sempre, a disposizione! Alla prossima,
investire è costruire
Giorgio Confalonieri
Fonti: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/fact-checking-bri-la-nuova-della-seta-23784 https://trendsformative.com/it/the-new-silk-road-what-is-the-foreseeable-impact-on-agricultural-and-food-products/ https://www.corriereasia.com/notizie/la-nuova-via-della-seta-tra-politica-e-finanza-globale https://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/nuova-via-seta.html
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