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Immagine del redattoreGiorgio Confalonieri

Meglio investire nello stile Value o Growth?


Value e Growth rappresentano due differenti stili di investimento, storicamente associati a due grandi economisti con diverse scuole di pensiero:

- Benjamin Graham, a cui è associata la strategia value, affermava che le quotazioni di mercato si possano discostare dal reale valore della società e che tale disallineamento crea un’opportunità di investimento;

- Thomas Rowe Price Jr, a cui è associata la strategia growth, affermava che un titolo, per essere appetibile, deve dimostrare elevati margini di profitto e crescita degli utili.

La differenza tra i due stili di investimento risiede nell'analisi fondamentale delle azioni, ovvero dal rapporto prezzo/utili. Le azioni value sono i titoli con un rapporto price/earning non molto elevato. Sono le società più stabili, che generano annualmente una discreta quantità di utili e che quindi sono più appetibili per gli investitori con meno propensione al rischio; al contrario le azioni growth si riferiscono ad aziende di settori in fase di rapida espansione e pronte a reinvestire gli utili per un’ulteriore sviluppo.

Ancora più esplicativa può essere la distinzione tra i settori value e growth: nei grafici e nella tabella notiamo come le differenze più sostanziose siano tra il settore finanziario, più preponderante nel value, e la tecnologia, più preponderante nel growth, seguita dalle utilities e dai consumi discrezionali.










Nella tabella sono marcati i diversi pesi attributi ai due stili. Il contributo estremamente positivo della della tecnologia spiega la sovraperformance dello stile growth negli ultimi anni e durante il corso della pandemia.


In questi giorni, a seguito della notizia del vaccino per far fronte all’emergenza Covid19 si è ricominciato a parlare della cosiddetta rotazione settoriale sui mercati finanziari: l'euforia infatti sembra aver contagiato tutti i settori ad eccezione del listino americano tecnologico, il Nasdaq, mentre sembrerebbero ripartiti gli investimenti in quei settore più penalizzati dalla pandemia come trasporti e utilities.

E' giunto il momento di spostarsi dallo stile growth allo stile value?

Vi cito uno studio di JpMorgan, banca d’affari e società di investimento, che mostra come il settore Growth tende a crescere maggiormente rispetto al Value quando il PIL (GDP nel grafico) è compreso tra l’1% e il 2.5% o quando è superiore al 5.5%. Questo è quanto successo dal 1978 al 2019 negli Stati Uniti, il mercato leader per eccellenza.



Fonte: FactSet, FTSE Russell, JP Morgan Asset Management. La crescita è rappresentata dall'indice Russell 1000 Growth e il valore è rappresentato dall'indice Russell 1000 Value.

Cerchiamo di dare una lettura nel futuro:

La crescita economica nei prossimi 10-15 degli Usa si aggira intorno ad una media di 2%, ed in un contesto di bassi tassi, bassa inflazione e le aziende dovranno fare affidamento slla tecnologia e sull’automazione per aumentare la produttività (le spese aziendali in ricerca e sviluppo supportano questa tesi).

Quindi che fare?


La risposta certa e assoluta non esiste ma vi posso dire ciò che non farei: cambiare totalmente strategia di investimento. Per rafforzare la mia tesi faccio due considerazioni:

- Il tempo è un fattore che non possiamo trascurare: la voglia di tornare ad una “normalità” è palpabile ed anche gli investitori hanno questo desiderio. Teniamo però in considerazione che sebbene il vaccino è stato trovato, vi sono "tempi tecnici" per la sua distribuzione e per la sua totale efficacia.

- Spostarsi totalmente sul settore value implicherebbe avere un peso considerevole nel settore finanziario (bene in Usa, meno in Europa), e soprattutto vorrebbe dire rinunciare al settore tecnologico. A differenza del passato sappiamo però come la tecnologia sia parte integrante dei settori stessi, a partire dalle nuove infrastrutture che popoleranno le nostre città.

Personalmente ritengo che la distinzione tra value e growth non debba essere utilizzato esclusivamente per ricercare la maggiore appetibilità di un titolo rispetto ad altri ma può essere utilizzata per realizzare una più efficace diversificazione del proprio portafoglio.


Alla prossima,


investire è costruire

Giorgio

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